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CHI SIAMO

 

 Una piccola comunità che vive nell’antico monastero cistercense del castello di Mirafiori nell’antico Borgo di Mirafiori (ora strada Castello di Mirafiori) a Torino.

La storia della nostra comunità fonda le sue radici in un carcere del 1864 in Francia: Cadillac  

Fr. Jean Joseph Lataste frate dell’Ordine dei predicatori di San Domenico vi è inviato a predicare a quattrocento donne che scontavano nel silenzio totale e nel lavoro forzato la loro condanna.

In quel luogo di suicidi e desolazioni la predicazione di p. Lataste introduce un elemento nuovo: la speranza. Le chiama: “Carissime sorelle”  e “le loro teste si  rialzano  come fiori dopo il temporale”   
Era il 15 settembre del 1864. Alle 4,30 del mattino Padre Lataste entra in quel luogo di disperazione con un "peso" sul cuore: “Sono entrato con un gran stringimento di cuore pensando che sarebbe stato tutto inutile.” Loro, donne da poco, "sorelle" di un "sacerdote di Cristo"? Possibile? Sì, possibile, perché nel cuore di Dio non esiste nessuna differenza tra padre Lataste che è prete e loro donne che la società disprezza ed emargina: Dio ama entrambi di un amore unico, particolare. Il suo amore ha redento e perdonato entrambi. Di questo amore padre Lataste parlerà loro nel breve spazio di quei quattro giorni di ritiro.

 

Centro e cuore della predicazione di P.Lataste è la misericordia di Dio, l'amore che può far cambiare una vita. Maria Maddalena, Pietro l’apostolo che ha tradito, Sant'Agostino, sono gli amici che lui presenta loro, come testimonianza di questa metamorfosi. L'eucarestia, dalla quale, per le leggi dell'epoca erano escluse, sarà per loro l'appuntamento a cui  P. Lataste le invita a non mancare,sarà il segno della loro innocenza ritrovata. La grazia di Dio fa breccia nei cuori. E' il tempo della speranza. Ci sarà per noi posto dentro la casa di Dio? Potremmo anche noi seguire con la stessa passione e lo stesso amore di Maddalena quel Gesù che ha scaldato i nostri cuori?  P.Lataste non si sottrae a questo soffio della Grazia e davanti al Santissimo ha un'idea: se ci fosse una comunità dove donne ferite dalla vita e altre meno ferite dalla vita possano vivere insieme senza che il passato personale sia conosciuto dentro e fuori la comunità.

 

Il passato di ciascuna non sarà ostacolo ad un dono totale di sé a quel Signore che le ha tutte salvate e amate. Ha una convinzione profonda che non lo abbandonerà mai: quell’intuizione era opera di Dio.

Con madre Enrica Domenica da vita nell’agosto 1866 alla prima comunità delle Domenicane di Betania.
Innesta questa nuova opera di Dio nel solco della grande tradizione domenicana. Non ha mai pensato di fare qualcosa di diverso fuori dall’Ordine Domenicano. La compassione di Domenico, la Parola contemplata e predicata, la vita fraterna, la misericordia ricevuta e data, la contemplazione: elementi della vita domenicana, sono gli stessi che lui metterà a fondamento della comunità nascente, quest’ “opera uscita dal seno di Dio” , come la chiama lui. Morirà il 10 marzo 1869, prima dello scadere del tempo che il suo Provinciale gli accorda per occuparsi della fondazione. Il seme era ormai stato gettato, gli aveva dato vita. Le meraviglie di Dio erano appena iniziate.

Oggi le domenicane di Betania sono presenti in Italia, Francia, Svizzera, Belgio.
In America in un grande carcere alcuni detenuti hanno dato vita ad una fraternità laica domenicana che vive il carisma e la spiritualità di p. Lataste.

"Chiunque voi siate, venite da Gesù. Egli ha tanta bontà tanto perdono per chi si sente colpevole. Ha del balsamo per tutte le ferite, dell'acqua per tutti i peccati." P. Lataste

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A TORINO

 

La nostra piccola comunità di Torino continua a vivere nell’oggi questo “sperare contro ogni speranza”
La nostra vita fraterna intessuta di preghiera, studio, lavoro, diventa apertura e condivisione con chi fa fatica e ha bisogno di incontrare un messaggio di speranza, di incontrare quel Cristo che fa nuove tutte le cose.

Come le nostre comunità, così la nostra accoglienza non fa distinzione fra chi è “caduta” o “chi è rimasta in piedi”. Vengono da noi ragazze che cercano un tempo di ritiro, di preghiera, di accompagnamento spirituale, un clima di silenzio, di adorazione  e vengono ragazze che invece hanno bisogno di un luogo in cui la bellezza dell’ambiente, la pace e la semplicità delle relazioni aiutano a ritrovare un po’ di serenità, dopo tante tempeste. Alcune persone vengono per momenti di preghiera personale, di adorazione del Santissimo, o per condividere la nostra preghiera.

In carcere
In due andiamo una volta alla settimana al carcere femminile delle Vallette a Torino.  Come  a Cadillac, cerchiamo dove è possibile, di testimoniare la speranza. Incontriamo le donne che vogliono parlarci. Sono straniere, lontane dalla famiglia, senza nessuno con cui parlare, vi sono anche italiane con situazioni difficili alle spalle. Offriamo a chi lo chiede e compatibilmente con il nostro stile di vita, e con il permesso del Tribunale  la possibilità di venire da noi per il tempo dei permessi cui hanno diritto.

Con il gruppo Abele di don Ciotti
Che cosa abbiamo in comune noi con il gruppo Abele? L’esperienza che l’Amore sperimentato e condiviso fa rinascere le persone. Di questi miracoli ne vediamo tanti con la nostra presenza alcuni giorni alla settimana, nel progetto Donne vittime di Tratta e prostituzione.

Al Centro Identificazione  Espulsione
Una presenza settimanale fatta di preghiera e ascolto con le donne li rinchiuse in attesa di essere rimpatriate. Le membra più povere di un umanità sofferente in fuga da situazioni di povertà e miseria trovano in questo spazio di preghiera settimanale la forza di sperare e di andare avanti in questa isola di non senso, di non dignità e di impoverimento per chi la subisce e per chi l’ha inventata.

I lunedì sera a Porta Nuova.
I nostri lunedì sera a Porta Nuova (la stazione principale di Torino) sono nati da un desiderio comunitario: dare spazi nuovi di condivisione al nostro carisma nella realtà di oggi  a Torino, e da una scommessa: un amico incontrato una sera, ormai tardi, a Porta Nuova ci disse: “Venite con me, vado con altri ad incontrare i tossici e la gente che vive a Porta Nuova la notte”. Il nostro gruppo si è modificato lungo gli anni: ora siamo in due.
Una sera la settimana Incontriamo la gente che vive la notte intorno a Porta Nuova. Li incontriamo nel loro ambiente naturale: la strada, con tutte le sue dinamiche. Siamo noi che andiamo da loro e non viceversa. Una bevanda calda in inverno e fredda d’estate sono il mezzo per creare relazione.
Volevamo e vogliamo accompagnare per un pezzo di strada chi vive la strada, partendo dalla relazione e dal mettere al centro la persona.  Le necessità materiali sono tante e in aumento, ma il bisogno di relazione resta ancora quello più grande e spesso quello vitale.
Abbiamo scoperto che l’importante è esserci, è offrire relazione e lasciare all’altro la libertà di gestire la propria vita. Abbiamo verificato che al momento opportuno il cambiamento avviene anche senza di noi; quando avviene, noi ne siamo spettatrici. Come padre Lataste anche noi possiamo ripetere: “Ho visto meraviglie, ho visto meraviglie”.
“Hai fame?” chiedevamo  tempo fa ad un giovane marocchino che si era avvicinato, la sua risposta fu: “Ho fame di relazione, di parlare, e non di pane, anche questa è fame sai?”. Chi di noi può dirsi esente da questa fame? Siamo fratelli e sorelle in umanità.

 

Beatificazione Padre Lataste